ll Radon è un gas molto pesante, pericoloso per la salute umana se inalato. Uno dei principali fattori di rischio del Radon è legato al fatto che accumulandosi all’interno di abitazioni diventa una delle principali cause di tumore al polmone. Si stima che sia la causa di morte per oltre 20.000 persone nella sola Unione Europea ogni anno ed oltre 3.000 in Italia. Il Radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo.

A temperatura e pressione standard il Radon è inodore e incolore. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l’acqua naturale di superficie a contatto con l’atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi…) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D’altra parte, l’acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di Radon rispetto alle acque superficiali.

La principale fonte di questo gas risulta essere il terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti e l’acqua), dal quale fuoriesce e si disperde nell’ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso. Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due cause.

L’isotopo più significativo per la dose dell’uomo è il Radon 222, che ha un periodo di dimezzamento di 3.82 giorni. Esso deriva, per decadimento alfa, dalla catena di decadimento dell’Uranio 238 e del Radio 226. Il Radon, in generale, ha una grande volatilità e inerzia chimica: per cui, difficilmente reagisce con altri elementi, e tende a risalire in superficie.Il Radon e i suoi discendenti nella catena di decadimento a loro volta emettono particelle alfa e un’elevata densità di radiazioni ionizzanti. I livelli di guardia sono 150 Bq/m3, corrispondenti a circa 4 pCi/l. Più alta è la concentrazione nell’ambiente più alto è il rischio di contrarre il tumore.

La prima cosa da fare, nei casi in cui si sappia di essere in una zona a rischio, è di effettuare delle misurazioni di concentrazione presso la propria abitazione atte a determinare se questo problema esiste veramente. Infatti non è sufficiente sapere che edifici vicini al nostro sono contaminati da radon poiché l’emissione di questo gas dipende da numerosissimi fattori, difficilmente determinabili a priori. In Italia l’ente preposto alla misura del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.

(Fonte reperita da http://it.wikipedia.org/wiki/Radon)